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NotiziaDef 2017, “profondo rosso” per la sanità pubblica?
Data21/04/2017
Descrizione

Sanità e Politica

Def 2017, “profondo rosso” per la sanità pubblica?

Prende oggi il via in Commissione Igiene e Sanità del Senato l'esame del Documento di Economia e Finanza. L'allarme della Fondazione Gimbe: “Nel 2019 alla sanità solo il 6,4% del Pil, saremo al di sotto della soglia di allarme dell’Oms”

di Redazione Aboutpharma Online 19 aprile 2017

 

Alla sanità italiana sarà destinato il 6,7% del Pil nel 2017, il 6,5% nel 2018 e il 6,4% nel 2019. Nel giro di pochi anni il nostro Paese si collocherà al di sotto della “soglia di allarme” dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui con un rapporto tra spesa sanitaria e Pil inferiore al 6,5% si riducono qualità dell’assistenza e anche aspettativa di vita delle persone. È l’allarme lanciato oggi dalla Fondazione Gimbe sul Documento di Economia e Finanza (Def) 2017 che oggi approda alla Commissione Igiene e Sanità del Senato.

Secondo il Def, nel triennio 2018-2020 il Pil nominale dovrebbe crescere in media del 2,9% per anno, mentre l’incremento della spesa sanitaria dovrebbe attestarsi su tasso medio annuo dell’1,3%. In termini finanziari – spiega la Fondazione in una nota – per la sanità pubblica significherebbe passare dai 114,138 miliardi di euro stimati per il 2017 a 115,068 miliardi nel 2018, a 116,105 nel 2019 e € 118,570 nel 2020.

Ma sulle cifre assolute è “meglio non farsi troppe illusioni”, commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che ricorda: “Negli ultimi anni la sanità ha sempre ricevuto molto meno di quanto previsto dal Def. Clamoroso l’esempio del 2016: i 117,6 miliardi stimati dal Def 2013 si sono ridotti a  116,1 con il Def 2014, quindi a 113,4 con il Def 2015, per arrivare con la Legge di Stabilità 2016 a un finanziamento reale di 111 miliardi, comprensivi di 800 milioni da destinare ai nuovi Lea”.

Secondo la Fondazione esiste una sola chiave di lettura per le stime del Def su andamento di Pil e spesa sanitaria: crescendo meno del PIL nominale, la spesa sanitaria non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi. In altre parole – sottolinea Gimbe – nel prossimo triennio la sanità pubblica potrà disporre delle stesse risorse in termini di potere di acquisto solo se la ripresa economica del Paese sarà in linea con previsioni più che ottimistiche, visto che la crescita stimata del Pil è del 2,2% nel 2017 e del 2,9% nel 2018 e nel 2019.

“Il DEF 2017 – conclude Cartabellotta – conferma ulteriormente le perplessità già espresse dalla Fondazione sulla sostenibilità dei nuovi Lea, che da grande traguardo politico rischiano di trasformarsi in illusione collettiva con gravi effetti collaterali: allungamento delle liste d’attesa, aumento della spesa out-of-pocket, sino alla rinuncia alle cure. Infatti, la necessità di estendere oltre ogni limite il consenso ha generato un inaccettabile paradosso figlio di contraddizioni politiche e di una programmazione sanitaria sganciata da quella finanziaria: sulla carta oggi i cittadini dispongono del “paniere Lea” più ricco d’Europa, ma al tempo stesso il Def 2017 conferma che la sanità italiana è agli ultimi posti per la spesa pubblica”.