logo
    • 2023-03-15 00:00:00

    Allarme botulismo: 67 casi in Europa tra pazienti recatisi in Turchia per dimagrire

    Un “focolaio” di botulismo legato a trattamenti dimagranti
    Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, tutte le persone coinvolte si sono sottoposte a interventi medici mirati a favorire la perdita di peso. Protagonista di questa vicenda è la Turchia. Dei 63 casi per cui è stato possibile completare l’indagine epidemiologica, infatti, 60 sono risultati collegati a un ospedale privato di Istanbul e 3 a un’analoga struttura di Izmir. Le indagini condotte dalle autorità sanitarie locali hanno svelato che le neurotossine utilizzate facevano parte dei prodotti regolarmente autorizzati per l’uso medico. Non per il trattamento dell’obesità attraverso una iniezione direttamente all’interno dello stomaco, però. Da qui i provvedimenti adottati nei confronti dei reparti ospedalieri coinvolti: con la sospensione di tutte le loro attività e l’avvio di una indagine per ricostruire l’accaduto.


    Neurotossina botulinica per il trattamento dell’obesità: che cosa sappiamo?

    La causa di questo focolaio di botulismo registrato in Turchia è da ricercare nella crescente diffusione dell’utilizzo della neurotossina botulinica come supporto (alla dieta e all’attività fisica) da offrire alle persone che intendono perdere i chili in eccesso. La somministrazione avviene nel corso di un’endoscopia.
    Il trattamento – effettuato sotto sedazione e completato nell’arco di dieci minuti, è riservato alle persone con un modesto grado di obesità che intendono perdere tra il 5 e il 10 per cento della proprio peso corporeo – prevede che il gastroenterologo inietti la tossina in più punti sul fondo dello stomaco.
    L’obiettivo è quello di rilassare la parete muscolare e rallentare lo svuotamento gastrico, al fine di dilatare la sensazione di sazietà e di ridurre dunque il senso di fame. Un effetto che solitamente si inizia a osservare 7-10 giorni dopo l’iniezione, che può essere ripetuta più volte nel corso della vita: dal momento che l’effetto sembra svanire nell’arco di 3-6 mesi.
    Nella maggior parte dei casi non si registrano effetti collaterali (rari sono i sanguinamenti gastrici), a patto di evitare la somministrazione in persone allergiche alla tossina botulinica o con problemi muscolari. Detto ciò, nonostante alcune premesse incoraggianti, nella comunità scientifica non vi è un pieno consenso circa l’opportunità di ricorrere a questo trattamento (non autorizzato in Europa).
    “Attualmente non vi sono delle evidenze scientifiche sufficienti per raccomandare l’utilizzo dell’iniezione della tossina botulinica intragastrica come trattamento per l’obesità – spiega ad AboutPharma Giovanna Muscogiuri, ricercatrice in endocrinologia dell’Università Federico II di Napoli e membro del consiglio direttivo della Società Italiana dell’Obesità -. La carenza di studi condotti su campioni sufficientemente ampi, la definizione del target più idoneo di pazienti a cui proporlo, il dosaggio della neurotossina A e la standardizzazione della modalità di somministrazione rappresentano aspetti su cui non abbiamo ancora una conoscenza approfondita”.
    Evitare i viaggi in Turchia per sottoporsi alle iniezioni intragastriche di tossina botulinica
    Al di là dell’appropriatezza terapeutica del trattamento, al momento non è (ancora) possibile ricostruire cosa non abbia funzionato in Turchia. Il problema potrebbe essere stato causato da un errore nella somministrazione della terapia (soprattutto per quanto riguarda il dosaggio) o risultare la conseguenza di un’alterazione del prodotto somministrato.
    Di fronte a una simile incertezza, l’Ecdc ha invitato tutti i cittadini europei a evitare trattamenti intragastrici con la tossina botulinica in Turchia. “Poiché a questi è associato un rischio significativo di sviluppare il botulismo”.
    Seppur considerato un evento raro, la somministrazione della tossina botulinica a fini estetici (come trattamento antirughe) o terapeutici (possibile in alcuni casi per il trattamento di diverse forme di spasticità muscolare, dell’incontinenza urinaria, dell’emicrania) può portare allo sviluppo di forme di botulismo. Questo avviene quando la dose somministrata è superiore a quella prevista.
    Botulismo: di cosa si tratta?
    Il botulismo è una malattia paralizzante causata dalle tossine prodotte dal batterio Clostridium botulinum e da altri clostridi produttori di tossine botuliniche. Il botulino è considerato il più potente veleno naturale finora conosciuto. Il consumo di piccolissime quantità di alimenti contaminati può provocare la malattia e addirittura essere letale. La malattia può manifestarsi in quattro differenti forme:
    botulismo alimentare, causato dal consumo di alimenti contenenti la tossina botulinica;
    botulismo intestinale, causato dalla colonizzazione intestinale da parte del Clostridium botulinum;
    botulismo infantile, dovuto alla produzione di tossine botuliniche nel lume intestinale di bambini con età inferiore a un anno;
    botulismo da ferita, conseguente allo sviluppo di Clostridium botulinum e alla conseguente produzione di tossine in ferite infette;
    botulismo da inalazione, associato a eventi accidentali o intenzionali (come il bioterrorismo) che provocano il rilascio delle tossine negli aerosol;
    botulismo iatrogeno, a seguito di eventi avversi scatenati dalla somministrazione della tossina botulinica per scopi terapeutici o cosmetici.
    I sintomi del botulismo iatrogeno includono la debolezza e l’affaticamento. La tossicità successiva a un trattamento cosmetico può manifestarsi con la visione offuscata, la difficoltà a deglutire e la secchezza delle fauci.
    Mentre a seguito di un trattamento terapeutico il botulismo può determinare soprattutto la comparsa di difficoltà respiratorie, considerate anche la manifestazione più pericolosa della malattia.
    Mantenersi in contatto con il medico se ci si è sottoposti a un trattamento dimagrante
    Nel gruppo di casi collegati alla Turchia, tutti i pazienti trattati con la neurotossina botulinica hanno sviluppato dei sintomi di entità moderata o severa.
    In diversi casi si è reso necessario un ulteriore ricovero: per una quota di essi in terapia intensiva, dov’è stato possibile somministrare loro le immunoglobuline con cui normalmente si trattano le forme di botulismo.
    Per questo l’Ecdc invita “tutte le persone che si sono recate a Istanbul e a Izmir per sottoporsi a questo trattamento tra il 22 febbraio e l’1 marzo a consultare il proprio medico, in particolare se risultano affetti da sintomi quali debolezza diffusa, difficoltà a respirare e a deglutire”.

    botulismo / emicrania / Giovanna Muscogiuri / spasticità / Turchia / università degli studi di napoli