Approvato un emendamento in Commissione Bilancio che punta ad alleggerire la spesa delle famiglie costrette, per motivi di salute, ad acquistare prodotti speciali per la nutrizione
Una mano tesa alle famiglie italiane che, per motivi di salute, sono costrette ad acquistare prodotti speciali per la nutrizione: dagli alimenti aproteici per chi soffre di insufficienza renale a quelli specifici per pazienti oncologici o per chi, spesso a causa di malattie neurodegenerative, convive con problemi di disfagia. È l’obiettivo di un emendamento al Decreto fiscale – collegato alla manovra 2018 e ora all’esame di Palazzo Madama – approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.
L’emendamento al Decreto fiscale
L’emendamento, presentato da Alternativa Popolare, prevede la detraibilità per gli “alimenti ai fini medici speciali”, contemplati dalla direttiva europea 2009/37/CE e inclusi in un registro nazionale tenuto dal ministero della Salute, a esclusione di quelli per i lattanti. Come per altre spese mediche, si tratta di una detrazione pari al 19% delle spese sostenute. Una misura, valida per gli acquisti realizzati nel 2017 e nel 2018, che avrà un impatto di 20 milioni di euro per il primo anno e 11,4 milioni per il secondo. Le detrazioni – ha precisato oggi l’Associazione italiana celiachia – non riguardano però gli alimenti senza glutine destinati ai pazienti celiaci, che appartengono a un altro elenco (sezione A2) del registro nazionale.
Alimenti speciali come presidio terapeutico
Le categorie di pazienti coinvolte sono numerose. “Finalmente – commenta la presidente dei senatori di Ap, Laura Bianconi – viene sanata quella che era un’incomprensibile lacuna, visto che in Italia gli alimenti a fini medici speciali sono inseriti nei Livelli essenziali di assistenza per le patologie metaboliche congenite e la fibrosi cistica, ma il costo per il loro acquisto, al di fuori dalle strutture ospedaliere, ricade interamente sui pazienti”. In alcuni Paesi europei come Francia e Inghilterra, spiega la senatrice, gli alimenti a fini medici speciali sono rimborsati dal sistema sanitario nazionale: “Ma questo non avviene in Italia, sebbene siano somministrati su raccomandazione e sotto supervisione medica e costituiscano un insostituibile presidio terapeutico per determinate condizioni patologiche. Ecco perché risultava inaccettabile che in Italia questi alimenti rimassero estranei all’istituto della detraibilità”.
Un emendamento simile era stato presento anche dal gruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio. Ai senatori era anche arrivato l’appello di Cittadinanzattiva. Per l’associazione, l’assenza degli alimenti ai fini medici speciali dalla lista dei prodotti detraibili è stata finora “una grave lesione del diritto alla salute e una forma di discriminazione sociale ed economica verso specifiche categorie di pazienti”.
Per approfondire: “Gli Afms: risorsa da valorizzare in percorsi strutturati” (AboutPharma, Febbraio 2017)